Sunday 15 May 2016

Vince chi molla






C’è una canzone che mi ha colpito.
Sul lasciare andare. E sul non avere paura a mollare. Lasciare scorrere.
Anche il male, il dolore che mi fa tanta paura.

Perché quando perdi qualcuno che ami fa troppo male.
Troppo parlarne, troppo pensarci, non puoi nemmeno piangere. Le lacrime sono lame che ti segnano il viso e bruciano come fuoco vivo.
E allora si fa, si corre, si lavora, lavora, scrive, si corre ancora, fino a scoppiare.
Piena di cose, piena di persone ma vuota. Dentro, intorno. Da quando te ne sei andata mi sono sentita vuota.
Ti sei portata via qualcosa, un pezzo di me.
E io non sono più la stessa, sai. E non lo sarò mai più.

Cammino, parlo e vivo senza di te. E la vita ha un altro colore, ha un altro sapore.
Dopo tutto quel dolore, che mi ha mangiato dentro, come il tuo ha mangiato te, io ho dovuto imparare di nuovo. Di nuovo a ridere davvero, a ricordare cosa significa guidare e passare davanti alla tua casa. È così vuota ora. Senza vestiti, senza fiori, senza la tua presenza.
Alla rotonda che mi portava da te. I ricordi che arrivano quando meno te lo aspetti, e allora piango da sola mentre guido, mentre cucino la pasta, mentre tento di truccarmi per uscire.

Ma continuo ad andare a lavorare, a pilates, a teatro, a tirocinio. Faccio tutto sorridendo e la risposta è sempre “bene, grazie, tutto bene”.

Ed ero così arrabbiata, perché ci hai lasciato tutti qua, senza te. E io non potevo ammettere a me stessa quanto male stessi provando. E ancora faccio fatica.

E il dolore di dirti che non potrai vedermi crescere ancora, che non potrai dirmi quanto sono brava, che sono la tua preferita (ma non lo deve sapere nessuno), che mi uccide sapere che ogni giorno senza di te…
ho paura.

Prendimi la mano con la tua pelle liscia e delicata che mi hai lasciato.
E io ogni volta che rispondo
“Si è vero, grazie. L’ho presa da mia nonna”

Ogni amore prende una forma diversa.
E tu sei la mia forma più bella.

E ora forse ti vinco,
ora che, per la prima volta,
ti lascio andare.

2 comments:

  1. Mi hai fatto piangere mentre sono in classe ad aspettare che due alunni finiscono un esame ... mannaggia ... tostissime queste botte, poi si va avanti, con quel vuoto, poi certe volte manca il fiato ... poi però, sempre di più vedrai che ci saranno sempre più cose di lei che sarai tu, sarai un po' lei, e te ne sorprenderai e penserai: ma non è che c'è ancora e sono solo io che non la vedo?

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  2. Grazie Cecilia, sei sempre davvero carinissima.
    Spero di poter vedere presto queste cose e poterne godere!
    Grazie ancora per il tuo commento!

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